​ rispetto delle norme che regolano il settore agroalimentare.

Lo standard globale BRC per la sicurezza agroalimentare risponde ai criteri stabiliti dalla Global Food Safety Initiative del CIES – The Food Business Forum, l’organizzazione internazionale a cui partecipano CEO e alti dirigenti di quasi 400 fra retailer (con quasi 200mila punti vendita) e produttori di ogni dimensione. Si tratta di uno standard accettato dalla maggioranza dei retailer di prodotti agroalimentari, alla stessa stregua di altri standard del settore quali IFS, SQF e Dutch HACCP.

I requisiti che richiede fanno riferimento ai sistemi di gestione qualità, alla metodologia HACCP, ad un insieme di requisiti GMP (Good Manufacturing Practice), GLP (Good Laboratory Practice) e GHP (Good Hygiene Practice).

I vantaggi dello standard per la Grande Distribuzione  ► più importanti operatori della distribuzione e le maggiori industrie europee del settore spesso impongono ai loro fornitori l’obbligo della certificazione BRC.Questo standard offre alle aziende l’opportunità di:

  • comunicare il proprio impegno sulla sicurezza e, in caso di incidente, limitare le possibili conseguenze di carattere legale, dimostrando di avere preso tutte le misure ragionevoli per evitarlo;
  • costruire e rendere operativo un sistema di gestione per controllare che siano rispettati i vincoli di qualità, sicurezza e conformità legale che regolano il settore alimentare, con riferimento specifico alle leggi in vigore nei Paesi di destinazione dei prodotti finiti;
  • disporre di uno strumento per migliorare la gestione della sicurezza alimentare, attraverso il controllo e il monitoraggio dei fattori critici;
  • ridurre l’incidenza di sprechi, rilavorazioni e richiami di prodotti.

La certificazione secondo lo standard globale BRC per la sicurezza agroalimentare favorisce anche la gestione efficiente della supply chain, riducendo la necessità di auditing esterno e accrescendo l’affidabilità complessiva delle catena di fornitura.

L’IFS (International Food Standard) è stato messo a punto dagli operatori della Grande Distribuzione Organizzata di Francia, Germania e Italia, con l’obiettivo di gestire i processi e limitare i rischi, e rappresenta oggi uno standard internazionale per la verifica dei prodotti alimentari a marchio privato del distributore, sia dettagliante che grossista. Adottata anche dalle principali associazioni italiane di categoria, questo standard viene applicato in tutte le fasi della catena di produzione e trasformazione delle materie prime provenienti dall’agricoltura e dagli allevamenti. I requisiti imposti da questo standard fanno riferimento ai sistemi di gestione qualità, alla metodologia HACCP, e ad un insieme di requisiti GMP (Good Manufacturing Practice), GLP (Good Laboratory Practice) e GHP (Good Hygiene Practice). L’obiettivo è quello di assicurare il rispetto dei requisiti di qualità e sicurezza degli alimenti oltre che il rispetto delle norme di legge che regolano il settore.

IFS soddisfa i criteri della Global Food Safety Initiative emessi dal CIES – The Food Business Forum, l’organizzazione globale a cui partecipano CEO e alti dirigenti di quasi 400 fra retailer (con quasi 200mila punti vendita) e produttori di ogni dimensione.

I vantaggi degli standard IFS I principali retailer europei richiedono la certificazione IFS ai fornitori che fanno parte della loro supply chain ma essendo uno standard internazionale l’IFS può essere richiesto anche ai fornitori che non fanno parte dei Paesi europei.

Questo standard consente alle aziende di:

  • comunicare il proprio impegno sulla sicurezza alimentare e, in caso di incidente, limitare le possibili conseguenze di carattere legale, dimostrando di aver preso tutte le misure ragionevoli per evitarlo;
  • costruire e rendere operativo un sistema di gestione per controllare il rispetto integrale dei vincoli di qualità, sicurezza e conformità alle leggi che regolano il settore, in particolare quelle vigenti nei Paesi di destinazione dei prodotti finiti;
  • disporre di uno strumento per migliorare la gestione della sicurezza alimentare, attraverso il controllo e monitoraggio dei fattori critici;
  • ridurre l’incidenza di sprechi, rilavorazioni e richiami dei prodotti.